XIII EDIZIONE
8-18 maggio 2013



Jos Stelling
Jos Stelling (Utrecht, 1945-) si è appassionato di cinema durante l’infanzia, trascorsa in un collegio cattolico dei monaci valloni di lingua francese, dove lo studio dei classici del cinema faceva parte del curriculum scolastico. Dopo il collegio, si è cimentato nella produzione di film e, senza frequentare un’accademia del cinema, si è formato da autodidatta. Il suo film d’esordio, Mariken van Nieumeghen (1974), è stato selezionato per partecipare al Festival di Cannes. Oltre alla produzione di film, Jos è proprietario e direttore di due sale cinematografiche ben avviate: Springhaver ( dal 1978) e il Louis Hartlooper Complex (dal 2004). Nel 1981 ha lanciato il festival “The Ditch Film Days”, di cui è stato presidente e (per un’edizione) direttore fino al 1991. Oggi sotto il nome di “Netherlands Film Festival (NFF)”, è uno degli eventi cinematografici più grandi dei Paesi Bassi. Jos Stelling ha vinto molti premi per i suoi film a vari festival del cinema sia olandesi sia internazionali (compresi quattro Golden Calves, una Rose d’Or e due Golden Gryphons) e onorificenze per i suoi contributi alla realizzazione di film a Utrecht, San Pietroburgo, Riga, Gyor (Ungheria), Batumi (Georgia), Setúbal (Portogallo), Praga (Czech film Clubs), Yerevan, Zerkalo (Russia), Maine (USA) e Sofia (Bulgaria). E’ inoltre spesso invitato come componente di giurie giudicatrici. La sua vision: “Il cinema (come le altre forme artistiche) ha a che vedere con il flusso tra polarità (il campo magnetico). La polarità può essere tra un uomo e una donna, tra passato e presente, tra giorno e notte, etc. E’ l’ambito del “desiderio”, della “seduzione”, ma anche della “vendetta” e dell’”odio”. In ultima analisi, c’è anche il campo della tensione tra lo stesso film e il pubblico: in questo senso, il film è solo metà dell’intero prodotto. Il cineasta utilizza tutti i mezzi a sua disposizione per attrarre a sé un certo tipo di pubblico. Guardare un film ha a che fare con l’arte dell’associazione (visiva). Il dialogo minimale permette allo spettatore di guardare meglio”. Come cineasta, Stelling si sente a casa sua soprattutto in Russia e in Italia. Da una parte, “l’arte della vita”, il senso (italiano) della teatralità, e dall’altra, la malinconia del “Sehnsucht” (Russia). In Europa Orientale, in particolare, Jos Stelling è considerato un autore maggiore. I critici russi ritengono che i suoi tratti calvinisti, la sua emozionalità visiva e il suo umorismo surrealista siano particolarmente congeniali al pubblico dell’Est Europa.

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